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Cosa facciamo (forse avremmo dovuto dirlo prima)

3 may 2022

Circa un anno fa, tre olandesi e un’italiana si sono incontrati… non è una barzelletta ma la nascita del progetto Shinchoku. Abbiamo unito le nostre quattro menti brillanti per fondare una compagnia che si occupa di Industria 4.0, con lo scopo di migliorare la produttività delle aziende e renderle più consapevoli dei problemi ambientali che I processi di produzione comportano. Siamo una realtà giovane ma con molta esperienza dei singoli membri alle spalle. Ora vi spieghiamo in modo un po’ meno astratto cosa facciamo.       

Tuttavia, quest’articolo dedicato a chi non conosce molto bene la definizione di “architetto di software“ e a chi non ha familiarità con i tecnicismi dell’Hi-Tech. Tipo me. Se invece siete già dei nerd e pensate di annoiarvi, passate oltre senza problemi.
        
Possiamo anche incominciare definendo ciò che non facciamo a Shinchoku, sfatando dei miti che la gente comune tira fuori parlando di informatica. Ecco allora alcuni stralci di conversazione che mi capita di sentire quando mi chiedono che lavoro fa mio marito e di cosa si occupa la nostra azienda, e gli esempi che uso per confutare le idee comuni. Partiamo dall’assunto che l’architetto di software è come un normale architetto, che poi collabora con vari geometri nei cantieri. Però poi la gente chiede: “Architetto di software… allora sei programmatore?” “No. Pensa ad uno chef stellato. Può anche lavorare da McDonald’s, ma ovviamente non è la sua missione. Quello può farlo il programmatore.”
“Architetto… ah, sei web designer!” “No. Pensa ad Armani: può cucire una camicia per OVS, ma non fa solo quello. È compito dei sarti che lavorano per OVS.” E gli esempi continuano. A volte si arrendono concludendo: “Ok, sei informatico.” Che è ovviamente riduttivo. Angelo è il Grande Architetto che concepisce la struttura di comandi che, ad esempio, mi permettono di scrivere in T9 sulla tastiera del cellulare. Oppure, istruisce i produttori di scope elettriche su come impostare al meglio i software di accensione e spegnimento. O, ancora, valuta e riorganizza i sistemi di sicurezza delle banche. Ecco, sistemi è un’altra parola importante quando si parla del suo lavoro.
        
E gli altri? Io mi occupo dell’elefante rosa che nessuno vuole vedere: l’eco sostenibilità dei nostri clienti. Come possono le soluzioni che proponiamo essere in armonia con l’ambiente? E poi, se c’è necessità, traduco da e per in circa sei lingue (non sono ancora così fluente in svedese), partecipo ai convegni, visito i clienti come consulente e scelgo il ristorante per il pranzo/cena di lavoro.
Kamen è il genio tecnico che ci rimette in riga quando sfuggono i dettagli o le cose sembrano andare troppo lisce. È un esperto di sensori e tracciabilità e fa tutto quello che è necessario per preparare al meglio uno stabilimento a diventare automatizzato. Ovvero, ad aprirsi all’industria 4.0 (smart industry).
“Tracciabilità”? “automatizzazione”? “smart industry”? Di cosa stiamo parlando? Niente paura, è più semplice di come sembra.
        
Partiamo dall’ultimo termine che ho citato. L’industria 4.0, o smart industry, prende il nome dalla cosiddetta quarta rivoluzione industriale, dove la tecnologia si inserisce nei processi produttivi per guidarli e implementarli. È una produzione interconnessa e tutta automatizzata, in cui l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale sono I punti chiave. “Oh no, le macchine sostituiranno l’uomo!” Nient’affatto: non siamo al livello del papa’ di Charlie Bucket nella Fabbrica di Cioccolato (versione film del 2005). Invece, parliamo di quando il signor Bucket controlla la macchina che ha il compito di tappare i tubetti di dentifricio. I nostri progetti e i modelli che proponiamo affiancano il personale e ne alleggeriscono il carico lavorativo; gli sprechi e la produzione di rifiuti diminuiscono e la produttività, alla lunga, aumenta e migliora. Belle parole eh?
        
Vediamo il lato pratico, che è dove inizia il lavoro di Kamen: in un’azienda in cui il magazzino è gestito ancora tramite messaggi cartacei fra gli operatori, i sistemi di tracciabilità permettono di sapere in tempo reale quanta merce rimane in giacenza, o dove si trova se stiamo parlando di una fabbrica con diversi magazzini in varie filiali. Con la rete di connessione che progetta Shinchoku, il lavoro del magazziniere, o del fornitore, o dell’addetto al banco vendita diventa più facile da gestire perché si ha una visione d’insieme aggiornata in tempo reale della situazione della merce.
        
Altra metafora per chiarire meglio: supponiamo che vogliate fare un barbecue in giardino e che vi serva aiuto a prepararlo. Ecco, voi siete l’azienda. Potete cuocere la carne alla griglia sperando che sia tenera e che venga fuori bene. E, sopratutto, che il tempo rimanga bello. Noi, invece, vi aiutiamo a prevedere I tempi di cottura in base ai tagli che avete, scegliamo insieme gli ingredienti della marinatura che fanno risaltare i sapori, il combustibile e il tipo di carbone migliore per avere una bella brace in poco tempo, e ci assicuriamo che ci sia per gli ospiti un posto al coperto in giardino in caso di pioggia.
        
Però non è facile accettare di cambiare le modalità di lavoro e la mentalità radicate nelle persone per vari decenni. Ecco perché collaboriamo con il team di consulenti di NeroSuBianco, esperti in progetti lean, che è l’approccio snello al lavoro, secondo il principio di massima resa con il minimo sforzo. Così suona, ed è una definizione tagliata con l’accetta, ma nei prossimi articoli spiegherò meglio i concetti di lean project e di purpose economy.
        
E Sil cosa fa? Beh, lui ha creato il supporto su cui leggete questo post. Ha progettato il sito web multilingue, è uno scout per potenziali clienti e si occupa di contattarli, tiene le relazioni con i nostri fornitori e crea la newsletter di Shinchoku, oltre a risolvere tutti i problemi che stanno dietro le quinte.
Siamo un team appena nato, ma abbiamo un bel po’ di esperienza individuale da condividere e da mettere a disposizione dei nostri clienti, così da farli crescere. Andando sempre avanti.

Riferimenti:
https://www.economyup.it/innovazione/cos-e-l-industria-40-e-perche-e-importante-saperla-affrontare/